La storia di un padre, una madre e due figli di fronte alle contraddizioni, alle difficoltà di un tempo in cui tutto ci appare troppo veloce per essere capito, ma in cui siamo costretti a immergerci e a navigare a vista.

Dal 7 al 24 febbraio 2019

Compagnia Enfi Teatro e Teatro Stabile del Veneto 
presentano

Maurizio Micheli e Iaia Forte

TEMPI NUOVI

scritto e diretto da Cristina Comencini 

con Sara Lazzaro e Nicola Ravaioli

 Scene Paola Comencini – Costumi Antonella Berardi – Aiuto alla regia Paola Rota – Assistente alla regia Jacopo Angelini

Tempi nuovi mette in scena un nucleo familiare investito dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca: dall’elettronica e tecnologia, al mutamento dei mestieri e dei saperi, ma anche alla nasciata di nuove relazioni umane. Un terremoto che sconvolge comicamente la vita dei quattro personaggi: un padre, una madre e i due figli e li pone di fronte alle contraddizioni, alle difficoltà di un tempo in cui tutto ci appare troppo veloce per essere capito, ma in cui siamo costretti a immergerci e a navigare a vista, dove per i “giovani” tale cambiamento è normale e più che accettato, meno “immediato”, nonostante gli sforzi, dai più “adulti”…

Giuseppe è uno storico che vive circondato da migliaia di libri, carico di tutto ciò che ha studiato e scritto. Il figlio Antonio vola invece leggero nella sua epoca fatta di collegamenti rapidi e senza legami col passato, tranne quando deve scrivere il compito sulla resistenza e ha bisogno del sapere del padre. Sabina è la moglie di Giuseppe, una giornalista che ha seguito un corso di aggiornamento sull’elettronica, per imparare a dare una notizia in tre righe e non essere sbattuta fuori dal giornale, e si sente per questo, come ripete spesso al marito, moderna. Clementina è la figlia maggiore della coppia che vive fuori casa e che ha in serbo per i due genitori, che la credevano felicemente fidanzata con Davide, una notizia che metterà a dura prova la modernità di Sabina: interessante sarà la contrapposizione di come tale “colpo di scena” verrà visto in maniera del tutto normale dalla figlia (nata e cresciuta nel cambiamento) mentre verrà accusato con più difficoltà dalla madre (moderna per necessità) che reagirà in “modo antico”.

Ma anche Giuseppe, dopo la seconda parte della vicenda, prepara un grande colpo di scena per i suoi familiari, perché non vuole essere l’unico a portare tutto il peso del passato e della storia: “Volevate fare faticare solo me, portare tutto il peso di quegli oggetti con le pagine? Mentre voi tranquilli, leggeri, veloci, giovani… No, non ci sto!”

È uno spettacolo per più generazioni, trasversale agli anni (sarebbe carino che i figli andassero a vederlo con i genitori e con i nonni); uno spettacolo che farà riflettere: da una parte si vedrà la “penna” della storia, dall’altra la tecnologia… (Nicola Ravaioli)

Stanno cambiando molte cose e tutti noi abbiamo un’idea di come affronteremo alcuni cambiamenti, ma in realtà, quando poi ti capitano proprio in famiglia, non sempre ci si trova preparati e si reagisce diversamente da come avremmo immaginato! (Sara Lazzaro)